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Qualche anno fa ho deciso di lasciare il mio lavoro da dipendente in agenzia. Avevo un buon contratto se paragonato ad altre situazioni lavorative simili qui in Puglia e, tutto sommato, lavorare in team, mi piaceva. Quello che mi stava più stretto, però, era la totale subordinazione alle regole e ai tempi: tutto ciò non faceva altro che livellare i lavori a semplici compitini pur di portare a termine un’attività per soddisfare una inverosimile deadline.
Uno dei motivi per cui ho deciso di cambiare totalmente vita. Così, da un mese all’altro, ho ceduto alla tentazione tanto ambita quanto spaventosa di diventare un “freelance”.
Ho rinunciato anche a tante proposte, tutte interessanti, per dedicarmi alla vita da libero ed autonomo digital marketer. Sentivo di aver raggiunto un discreto grado di consapevolezza nella mia professione, motivo per cui ho deciso di compiere questo importante passo.
Lavorare da soli, però, non è affatto semplice. Ci sono tanti fattori che incidono sul proprio lavoro e che lo rendono, molto spesso, un ostacolo.
Proverò ad elencarne alcuni, cercando di evidenziare aspetti positivi e negativi e qualche buon consiglio dalla mia esperienza da freelance.
Non è come pensi.
Se pensate che da un giorno all’altro vi ritroverete a bordo piscina, con il notebook da una parte e il cocktail in mano dall’altra, inutile dirvi che state già sbagliando strada. Anzi, lasciate proprio stare la prospettiva di una vita da freelance.
Sono tantissime le storie di imprenditori di successo che prima di arrivare ad essere milionari hanno dovuto faticare e non poco. Hanno dovuto provare lavori stremanti e hanno dovuto fare una vita da fame, prima di arrivare al meritato successo.
Ecco, uno degli insegnamenti di queste storie è quello di non sperare di avere sempre il piatto servito non appena intraprendiamo un percorso: la motivazione e il sacrificio sono due elementi fondamentali per raggiungere un obiettivo professionale di questo tipo.
Qualche storia interessante la puoi trovare in questi libri e storie di imprenditori digitali.
Conquistare un cliente.
Hai deciso di fare il freelance, sei un digital marketer o un social media manager con tante competenze ma la vera sfida è farti conoscere. E fuori dal tuo mondo in agenzia, sei uno, nessuno e centomila.
Tutti hanno potenzialmente bisogno di te, ma sei tu che devi dimostrare realmente di essere un buon alleato e un buon consulente per il tuo cliente.
Trovare una strada per promuoversi e valorizzarsi non è semplice come può sembrare. Mettere in campo le proprie competenze è indispensabile e diventa il primo modo per pubblicizzarsi al grande pubblico.
Non solo. Detto in confidenza, non basta acquisire un cliente, la vera sfida è acquisire un buon cliente. Nel tuo percorso troverai tanti clienti tra cui cattivi pagatori, gente inaffidabile che non ti ascolta o che si aspetta che sarai tu a risollevare il proprio business.
Ecco, in tutti questi casi, la vera è sfida è trovare e conquistare un cliente che possa farti crescere, che ti dia la possibilità di mettere in pratica le tue competenze senza interventi e con la massima libertà creativa. Questa, di sicuro, è la sfida più difficile.
Gestire il lavoro da freelance
Chi fa da se, fa realmente per tre?
Questo è un tema molto caldo e penso che molto risieda in come ognuno di noi organizza la propria vita professionale e la propria giornata lavorativa. Delegare non è affatto semplice, ma talvolta è indispensabile.
Le sfide quotidiane del marketer freelance sono molteplici. Durante la settimana dovrai incontrare un cliente, fare da motivatore, consulente e psicologo, dovrai toccare con mano il “lavoro vero”, ovvero tutta la fase operativa (pianificazioni editoriali, programmazioni, sessioni di copywriting, shooting fotografici, stendere presentazioni etc.), dovrai rispondere alle dieci mail in pending e rispondere alla chiamata del tuo cliente. Nel mentre, dovrai pensare a come far quadrare i conti, dovrai dedicarti alla fatturazione e dovrai rincorrere il cliente in ritardo col pagamento.
Ho solo chiaramente elencato solo parte delle tante attività che ti ritroverai a gestire, senza che nessuno te l’abbia insegnato prima.
Tutto questo per raccontare come la parte gestionale sia indubbiamente non trascurabile, forse troppo importante per un’attività come questa. Fare tutto e saper fare tutto è indispensabile, ma talvolta delegare o rinunciare ad alcune attività diventa salvifico.
Come fattura un freelance?
Passiamo ad uno dei temi più dibattuti, quello della fatturazione. Se il problema da dipendente è conquistarsi dei comodi orari lavorativi e una buona RAL alla fine dell’anno, il vero problema che ti pone la vita da freelance è quella di cercare di limitare al massimo la parte di fatturazione da donare allo stato e al commercialista.
Sicuramente negli ultimi anni alcune aliquote come il regime forfettario hanno dato ampio respiro alle categorie delle Partite IVA: motivo per cui è spesso la soluzione più adeguata per diventare imprenditori di se stessi e gestire in modo autonomo i propri clienti.
Nel mio caso, invece, mi sono affidato a DOC Creativity, una rete di professionisti inquadrati su una piattaforma cooperativa. In buona sostanza DOC ti aiuta a rimanere indipendente nel tuo lavoro e nella fatturazione, ma ti supporta in tutta la fase amministrativa e contrattuale, rendendoti indipendente e dandoti la possibilità di accedere ad una rete di professionisti del tuo stesso settore. In questo modo, pur non avendo la Partita IVA, DOC ti da la possibilità di conservare tutele e garanzie. Non è un caso se oltre 8.000 soci hanno scelto questa rete per le proprie prestazioni professionali.
“Fare il freelance è una professione nella professione”
Molto spesso si trascura la parte gestionale del proprio lavoro per dare spazio alle competenze teoriche e pratiche su quello che facciamo. Il classico esempio è quello di trovare tantissimi corsi su come diventare social media manager o come fare SEO ma poi è davvero difficile trovare un corso che ti insegni a diventare un freelance, qualsiasi esso sia il settore di riferimento.
Si può diventare freelance in tantissimi settori, non solo quello digitale. Vero è anche che è sicuramente il settore più in crescita e che offrirà tantissime posizioni lavorative nel prossimo futuro.
Nell’ultimo anno, inoltre, abbiamo imparato a convivere con la reale concezione dello smart working, motivo per cui tantissime aziende, anche le più improbabili, hanno iniziato ad imporre – talvolta costrette – questo modello di lavoro, tipico del freelance.
Imparare ad utilizzare strumenti, attuare in modo corretto strategie e gestire al meglio diverse situazioni tra cui quelle raccontate sopra è quello si è prefissato di fare La Classe, il corso per freelance pensato da La Content Academy.
La Classe è un percorso, accompagnato da tanti bravi professionisti come Luca Conti, Valentina Vellucci, Luca Rallo e pensato da Cristiano Carriero, Alessandro Piemontese, Marco Napoletano e Luisa Ruggiero, che qualche anno fa hanno dato vita a La Content Academy, una scuola di scrittura e narrativa digitale nata proprio in Puglia, a Bari e il cui obiettivo è proprio quello di “crescere” professionisti offrendogli una prospettiva concreta del mondo attuale.